Messaggio di San Servolo
Tradizione ed innovazione hanno contribuito perché la sessione plenaria statutaria della società europea di cultura si svolga bene a Venezia, ma in un luogo nuovo, cioè in un’isola interamente restaurata, resa funzionale e che funziona. Ciò dal 31 marzo al 3 aprile 2005. Questa sessione era messa sotto l’alto patronato del Presidente della repubblica Italienne, sotto gli auspici della regione Veneto, della provincia e del comune di Venezia ; era organizzata in collaborazione con Venice International University e San Servolo Servizi.
I doveri della politica della cultura riferiti ad una grande questione dell’attualità hanno situato i lavori nel cuore dell’istituzione, dove la dialettica tra l’idea europea ed il divenire europeo è fondamentale ed all’interno della quale essa si è messo secondo una coerenza giusta messa in evidenza. Questa dialettica, infatti, è illustrata in una relazione di filiazione a tutti i momenti del percorso compiuto, con la tensione verso l’espressione più autentica dell’idealità dell’Europa.
Nella presente circostanza, sotto il titolo “dell’Unione europea all’unione degli europei„, l’opinione è stata così definita : Fare raggiungere di tutti gli orizzonti del S.E.C., le Americhe comprese, conoscenze ed opinioni sullo stato delle società rispetto alla forma istituzionale dell’Unione europea che va che si struttura e ramificandosi ; provare ad adottare la misura delle grandi speranze suscitate, ma anche della divergenza che esiste tra queste due realtà. Soprattutto, tuttavia, rinnovare la coscienza critica ed affermativa “della européanité„ come spogliata di interessi contingenti ; rafforzare in questo senso il compito della cultura, che è di rendere questa coscienza presente ed attiva, nella convinzione che è di in questi casi che potrà crescere la costruzione istituzionale che risponde meglio alle esigenze della storia, oggi e domani.
Messi in ordine, dunque, della politica della cultura, i lavori hanno portato a prendere in considerazione ed approfondire la riflessione, così da orientare gli sforzi secondo le linee seguenti :
Senza l’unione delle volontà dei popoli, le nazioni europee non riusciranno a raccogliersi nelle istituzioni comuni e produrre una politica efficace. Ciò suppone che siano raccolte le sfide che consistono nel compensare un deficit democratico, ad aggiornare i riferimenti etici della democrazia, istruire alla federazione nazioni.
Chiedere la precisazione dell’unificazione sul piano fin da persone è capitale. Poiché se il riconoscimento dei valori comuni, sui quali fondare la cittadinanza europea, è presente nei testi della Comunità, una coscienza identitaria vera attende sua maïeutique. È un compito della cultura. Una morfologia dell’identità europea può trovare i suoi simboli in Prométhée, Pericle, Socrate ed Antigone. Si sintetizza nella dichiarazione della libertà ed uguaglianza degli esseri umani. Affinché la sensazione d’appartenenza abbia la forza di una visione positiva che riguarda il futuro, deve passare per una riunificazione delle memorie storiche. Si tratta di un dovere del presente, a proseguire senza sosta, pur spiegandosi la profondità persistente delle strutture mentali forgiate dallo Stato nazionale. La costruzione dell’Europa che non sia minimalista, ma fatta europei, non può forzare i suoi tempi, quelli della vita morale, che sono diversi da quelli della vita economica.
Simile creazione senza lacune, simile avanzamento senza scorciatoie chiama un nuovo approccio in tutte le discipline. In questo caso sono stati evocati : la questione delle lingue dove si tratta di equilibrare la tutela degli idiomi e le esigenze della comunicazione ; l’importanza della lettura e delle biblioteche di fronte all’offerta magmatica d’Internet ; la necessità di un salto di qualità nel coordinamento tra le università, poiché oggi la ricerca che porta alle innovazioni indispensabili deve fissarsi l’eccellenza come livello sufficiente.
Per conciliare il mercato ed il sociale, occorre che l’economia immagina soluzioni nuove, dunque che si azioni nello spazio della politica e della cultura.
Il potenziale identitario e la capacità stabilizzatrice della moneta unica, che hanno implicazioni etiche, sono da temere meglio.
Dal punto di vista giuridico, a partire dal riconoscimento dell’acquisizione notevole che rappresenta la fase attuale dell’UE, la disposizione verso una costituzione che fonde l’argomento politico europeo è infortunata, poiché si tratta di armonizzare créativement diritto interno, diritto internazionale, diritto comunitario. Tanto meglio di venuti sono i segni riconoscibili della formazione, poiché un substrato, di una società civile europea, di demo fa “di altre„. Rappresentano una prova di tolleranza e di solidarietà tra individui, ma anche tra gruppi locali, che contribuiscono a dare un cuore al corpo – senza toccare ai vari ways of LIFE con le loro caratteristiche tradizionali.
Il passaggio verso l’unione degli europei – ed anche a proporre oltre – dipenderà il molto accordo su un nuovo modello di sviluppo, che sia duraturo in altre parole che misura la crescita economica alla qualità della vita. Si tratta di legare la preservazione dell’ambiente al progresso sociale in una logica partecipe, che esige uno sforzo generale di sensibilizzazione.
Nella prospettiva del S.E.C., tuttavia, questo divenire europeo, questa tensione verso l’unione degli europei, non possono limitarsi ai confini politici dell’UE, né nella sua configurazione attuale, né in quella di un futuro prevedibile. Le sensazioni di discriminazione che si possono osservare in cittadini di paese candidati più o meno prossimi o probabili non hanno alcun luogo di esistere là o l’Europa è considerata nelle sue frontiere axiologiques. D’altra parte, è ovvio che l’Unione esercita un forte potere d’attrazione come passaporto di democrazia. Di gran lunga, maggiormente che da vicino, è percepita come l’espressione degli ideali che la ispirano, come uno sognato di libertà realizzato, come l’entità, all’interno della quale i problemi nazionali indecisi troveranno la loro soluzione naturale. In questo senso, ha virtù d’esempio. Ma questo patrimonio di pensiero che fa “la européanité„ rappresenta un impegno da assumere e vivere ovunque, con un’auto-coscienza sicura e ferma, da un lato, ed in uno spirito d’apertura, dall’altro. L’ora è al vero dialogo, al dialogo che costa, così come lo ha sempre raccomandato questa società, esteso ad altre civilizzazioni, in una volontà di comprensione ed ha basato sul rispetto reciproco.
“Per una politica dell’uomo„, questo programma attuale espresso in occasione delle cinquantenne, con il suo umanesimo essenziale, è stato ricordato nella sua capacità esemplare e gentile, gentile per tutti e per ogni che deve situazione concreta, che esigono un singolo impegno tanto collettivo quanto.
Per l’Europa ideale, c’è risveglio ed ascolta. L’Europa reale è in marcia. Se la cultura è creazione di valori – è la definizione nella quale la S.E.C si è riconosciuta – la politica della cultura ha un ruolo importante a giocare, mentre si tratta di creare percorsi non percorsi, di inventare soluzioni nuove, attraverso le quali informare il movimento converge tra l’Europa dell’idea e l’Europa dei fatti, e ciò anche se il punto di convergenza è situato all’infinito. Un incoraggiamento cartesiano alla fiducia nella forza del pensiero è di sapere che questa è la forma di conoscenza, alla quale l’oggetto è garantito di primo acchito, senza necessità di cercarlo.
L’assemblea generale, nella sua XXVIe riunione ordinaria, ha eletto per acclamazione alla vicepresidenza internazionale il pittore messicano Raùl Anguiano. Il maestro tra così, risalendo verso il passato, nella stirpe di Leopoldo Zea, Angelos Angelopoulos, Charles Percy Snow, Arnold Toynbee, STATO MEMBRO W. Tillyard.